Norchia, necropoli etrusca

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Norchia, in provincia di Viterbo, è la più grandiosa e spettacolare necropoli rupestre d’Etruria e d’Italia. Probabilmente in epoca etrusca si chiamava Orcla, ed era una città ad economia principalmente agricola insediata via Clodia vicino a Tarquinia. Orcla, che sorgeva  su uno stretto pianoro posto alla confluenza dei torrenti PileAcqualta nel Biedano, dove oggi si trovano i suggestivi resti della medievale Pieve di San Pietro e del Castello dei Di Vico.

La fama di Norchia è strettamente legata alle spettacolari necropoli rupestri che la circondano, un prezioso esempio di tombe etrusche rupestri dal V al II sec. a.C. , uniche al mondo; George Dennis, diplomatico inglese e studioso di antichità che viaggiò per l’Etruria in lungo e in largo tra il 1842 e il 1847, la definì “il luogo più e suggestivo nell’intero arco dei cimiteri etruschi”.

Moltissimi sono gli stili architettonici delle costruzioni, le tombe a facciata, in due o tre ordini sono disposte su gradoni in parte naturali, in parte costruiti. Tra queste la Tomba delle Tre Teste, la Tomba Prostila, la Tomba Ciarlanti, la Tomba a Camino e il complesso delle Tombe Smurinas, sul fosso Pile.

La tipologia più frequente è quella delle tombe a dado disposte a terrazze, composte da un grande blocco di tufo squadrato superiormente (il cosiddetto dado) al quale si accedeva da due scale laterali scavate nella roccia, e da una zona porticata sottostante con un piccolo tetto sorretto da alcune colonne o da pilastri in tufo; in basso è situata la camera sepolcrale, a cui si accedeva tramite il dromos, un corridoio gradinato. L’architettura di queste tombe rupestri è tipica del IV secolo a.C.. La parte superiore, il dado vero e proprio, reca scolpita la finta porta e culmina con una terrazza che veniva utilizzata per il rito della libagione (gocce di vino o di latte venivano sparse sull’altare in onore agli dèi), una scala conduceva poi al portico colonnato dove avveniva il pasto rituale ed i defunti venivano posti nella camera ipogea sigillata da grossi blocchi.

Le tombe più spettacolari si trovano nella necropoli lungo il fosso dell’Acqualta al vertice dell’abitato con due grandi tombe le cui facciate riproducono quella di un tempio dorico (III sec. a.C.) con frontoni, fregi, dentellature, protomi e acroteri scolpiti. Nella valle del Biedano nei pressi della Cava Buia è racchiusa nella fitta vegetazione la monumentale tomba Lattanzi, appartenuta alla famiglia dei Churcle con un doppio portico colonnato su podio con scaletta laterale e fregi e leoni scolpiti.