Lampedusa, la Porta d’Europa

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Dove l’Europa finisce e dove l’Europa comincia sta Lampedusa, bianco scoglio di calcare, lungo 9 km, largo 7, esteso per 20 chilometri quadrati, alto 193 metri all’Albero del Sole.
Disancorata scheggia di terra d’Africa, si distende pigra nel Canale di Sicilia. L’Ariosto vi collocò il terreno di sfida tra orlando e i Saraceni.
Lampedusa è impareggiabile; ha un suo fascino autarchico, è un’isola-strega; navigare lungo i 40 chilometri di costa è come sfogliare il catalogo di tutto il mediterraneo. A terra si sentono tanti profumi intensi: dalla salsedine alla ruta, dal rosmarino al finocchio selvatico, dalla mentuccia alla camomilla. Ma se il mare è il suo elemento preponderante, la terra custodisce molte sorprese. Biotipi vegetali e animali, molti dei quali africani. Strade asfaltate che si inerpicano sull’altopiano fino alla stazione militare radio Loran, scendono a precipizio verso il mare, lambiscono il faro e immettono nel paese.
Scogliere impervie sono gli accessi da terra al mare, a parte la spiaggia Guigia, accanto al porto.
Lampedusa degrada verso il mare in strette e brulle valli, veri e propri canyon in miniatura. Al loro interno, una calma piatta colorata di verde e d’azzurro. Con il maltempo c’è sempre un angolo dove l’onda ha pace.

Oltre la Guigia, ad est, Cala Croce, il Santuario di Cala Madonna, Cala Greca e Cala Galera sottostante alle antiche prigioni. A Punta Tabaccara si apre una stupefacente grotta: ha le pareti colorate da materiali ferrosi e fondali bassi e verdi.
A meno di mezzo miglio sorge l’Isola dei Conigli, scoglio separato da uno stretto braccio di mare, denso di macchia mediterranea. I fondali sono bassi e sabbiosi, e l’acqua è verde smeraldo, luminescente nelle notti di luna piena.
Sulla spiaggia di fronte allo scoglio si riproducono le tartarughe.

Procedendo ancora si entra in fiordi sempre più profondi: Cala Pulcino e il Vallone dell’Acqua. Ora le pareti dell’isola si alzano sino ad un centinaio di metri, rivelando rocce bianche che si riflettono nel mare. Il sole le incendia, creando fenomeni di rifrazione nell’aria umida e densa di salsedine, disegnando atmosfere magiche.
Un’ampia fenditura nel calcare delimita Mare Morto, attorniato da scogli affioranti, annuncio dei faraglioni, proprio sotto l’Albero del Sole dal cui belvedere si cogli l’attimo in cui il sole pare entrare nel mare. Siamo a Punta Ponente, a un’ulteriore fuga di insenature. Le rocce erose dai venti e dalle onde hanno forme fantastiche, aprono squarci ad arco, inanellano ponti sospesi, disegnano un percorso labirintico in acque calme e trasparenti, su fondali animati di vita.


Cala Pisana, Cala Francese (accanto all’aeroporto), Cavallo Bianco e la Grotta della Madonna sono altre meraviglie di Lampedusa. Una leggenda narra che la grotta, situata sopra il porto, fosse abitata da un eremita che custodiva la croce e la mezzaluna, e sventolava sempre quella giusta, a seconda che entrassero legni cristiani o turchi.

Da circa vent’anni, Lampedusa è diventata una delle principali mete degli emigranti africani nel Mediterraneo. Il 28 giugno 2008 è stata inaugurata  la Porta di Lampedusa – Porta d’Europa, realizzata da Mimmo Paladino e dedicata agli emigranti morti e dispersi in mare.
Il progetto è stato promosso da Amani Onlus, Alternativa Giovani di Lampedusa e Arnoldo Mosca Mondadori.