L’Aquila, le Rocche e l’alta valle del Liri

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L’Aquila, capoluogo dell’Abruzzo, conserva numerosi e interessanti monumenti ed è un attivo centro commerciale e agricolo, con una ricca vita culturale. Fondata nel duecento, intorno a uno dei 99 castelli della zona, che si confederarono e contribuirono in egual misura alla costruzione della città, secondo il volere di Federico II di Svevia. Nel 1703 fu colpita da un disastroso terremoto e venne quasi interamente ricostruita.

Nella zona nord orientale del centro storico si innalza un poderoso maniero, circondato da un ampio parco: la fortezza, a pianta quadrata, è cinta da un profondo fossato. Da un portale monumentale sul lato sud-est si accede al Museo Nazionale d’Abruzzo, che annovera, accanto a materiali paleontologici e archeologici, importanti opere di pittura, scultura e arti applicate. La chiesa di San Bernardino presenta al suo interno barocco opere di grande valore, tra le quali spiccano una pala di Andrea della Robbia, il Sepolcro di San Bernardino da Siena e il Mausoleo di Maria Pereira, scolpiti da Silvestro dell’Aquila. Nei pressi della Porta Rivera, molto suggestiva è la fontana delle 99 Cannelle, simbolo della città. Fuori dalla cinta muraria, la chiesa romanica di Santa Maria di Collemaggio, fatta costruire da papa Celestino V, tra i più spettacolari monumenti della regione.

Dalla città, prima di dirigersi verso l’altopiano delle Rocche, è consigliabile un’escursione a Fossa, con la sua elegante parrocchiale settecentesca e la chiesa di Santa Maria delle Grotte. Non lontano, il borgo fortificato di San Panfilo d’Ocre, con il suo castello e le cinta murarie, si trova in cima a un colle in una eccezionale posizione panoramica sulla Valle dell’Aterno.

A 1375 mt, Ovindoli, addossato alle pendici dei monti della Magnola, è il centro turistico tra i preferiti per la villeggiatura estiva degli aquilani. Nella parte antica sono visibili i resti di un castello, di una torre e delle mura. Sul bordo del Fucino sorge Celano, dominato da un castello. Presso Celano vi sono le gole create dall’erosione del torrente Foce, risalite da un torrente fra pareti tanto ripide da escludere la luce, che sono visitabili solo d’estate. Dopo aver attraversato la conca del Fucino, ci si dirige verso taglia cozzo, alle pendici del monte Bove, noto come  base di partenza per escursioni verso i monti Simbruini. L’itinerario prosegue verso le sorgenti dell’Imele, nei pressi di Verrecchie. Si sale a 1061 metri di Petrella arrivando nell’alta valle del Liri, ricca di acque e sorgenti tra le quali quella che alimenta le cascate di Zompo lo Schioppo nei pressi di Morino.