A Pasqua aumenta il Turismo Religioso del 30%

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Se da una parte il turismo tradizionale continua in calo per via della crisi (si stima -15%), il turismo religioso sembra invece in aumento e per Pasqua si prevede un aumento del 30%, secondo le stime dell’Adoc.


è sempre la meta preferita, ma reggono anche gli agriturismi, scelti specialmente per il pranzo Pasquale.

“Continua la crisi del turismo tradizionale, per le prossime vacanze di Pasqua stimiamo un calo del 15% delle famiglie italiane che si metteranno in viaggio – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – la crisi ha sicuramente danneggiato un settore che, al contrario, andrebbe rilanciato in modo da far da traino alla ripresa. Le famiglie italiane sono in difficoltà, costrette a evitare spostamenti o a limitare drasticamente i giorni di pernotto. L’unica forma di turismo in crescita è quello religioso, con la Capitale a fare da padrona. Roma è la più importante meta religiosa del mondo cattolico, ogni anno viene visitata da circa 16 milioni di pellegrini, dei quali circa il 40% è rappresentato da stranieri, attraendo complessivamente il 65% dei turisti di fede. E per Pasqua il numero dei visitatori, complice anche la canonizzazione dei due Papi, crescerà del 30%. Numeri che fanno riflettere su quanto sia opportuno puntare su questa forma di turismo, che va fatto conoscere e diffondere, occorre sviluppare e migliorare le strutture ricettive e culturali, farli diventare dei business strategici, in grado di attrarre turisti in tutte le stagioni, soprattutto gli stranieri. Delle altre forme di turismo regge solo quello legato all’ambiente, con gli agriturismi come meta preferita, anche in previsione del pranzo pasquale. Come Adoc siamo profondamente convinti che l’Italia non possa fare a meno del turismo, è necessario valorizzarlo ripartendo dall’ABC: Ambiente-Benessere-Cultura e facendolo tornare di competenza dello Stato, dato che le Regioni non sono riuscite a gestire in modo efficiente ed efficace l’offerta di cui dispongono. Un turismo efficiente permette al Paese di potersi rimettere in piedi e di tamponare la crisi occupazionale, soprattutto quella giovanile.”