La città abbandonata di Monterano

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Nel Lazio, nel comune di Canale Monterano – non molto lontano da Tolfa e Bracciano- sono visitabili le rovine di Monterano e l’omonina riserva.

La storia di questa località è particolare: Monterano, già colpita dalla malaria, fu abbandonata all’epoca della Repubblica Romana (1799) quando i suoi abitanti furono coinvolti in alcuni scontri con le truppe francesi.

Oltre ai resti di case medievali, tra le rovine dell’antico borgo,  si distinguono la chiesa e il convento di San Beneventura (costruita da Mattia de’ Rossi su disegno del Bernini)  e il Palazzo dei Baroni, la bellissima fontana, copia dell’originale che fu spostata in Piazza del Campo a Canale Monterano e la Statua del Leone realizzata dal Bernini (anche questa sistemata a Canale Monterano; oggi quella che si può vedere tra i ruderi è una copia).

Altri elementi che emergono tra la vegetazione sono: i ruderi della Chiesa di San Rocco, Porta Gradella (che era una delle tre porte cittadine), il campanile della cattedrale, alcuni bastioni nella parte nord del centro abitato ed alcune case costruite nei dintorni del Palazzo Baronale.

Interessanti anche la chiesa di S.Rocco ed i resti di un acquedotto.

Per visitare Monterano, si attraversa l’omonima riserva regionale, costituita del 1988 e poi successivamente ampliata,  che si estende per circa 1000 ettari. A parte gli animali allo stato brado nella riserva è ben rappresentata la fauna selvatica dell’Italia centrale.

Monterano è una città molto antica,  infatti si sa per certo che fu abitata già all’epoca del bronzo. Un periodo fiorente si ebbe in epoca etrusca, tra il V ed il IV secolo a.C. ed in seguito si alternarono periodi di grande magnificenza a periodi di relativa decadenza, finché nel 1799, in seguito a degli scontri con le truppe francesi, tutti gli abitanti di Monterano fuggirono. Al loro ritorno trovarono solo distruzione e devastazione, infatti i soldati francesi avevano saccheggiato, bruciato e segnato per sempre il destino di questa città che da allora rimase un mucchio di macerie.

I resti di questa città fantasma sono talmente suggestivi e carichi di fascino da essere stati scelti da diversi registi per ambientarvi alcune scene di film celebri, tra cui: “Ben-Hur”, del 1959, “Il Marchese del Grillo” e “Guardie e ladri” due capolavori di Mario Monicelli.