Scoperto a Trieste il più Antico Accampamento Romano

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accampamento romano a trieste

E’ comparsa sul sito del National Geographic Italia una notizia che ha dell’incredibile, pare che il più antico accampamento romano si trovi a Trieste e addirittura potrebbe essere il castrum descritto da Tito Livio in uno dei capitoli della sua raccolta Ab Urbe Condita. L’incredibile scoperta è merito di un team di ricercatori italiani che si è avvalso di un telerilevamento laser “ad alta quota”.

Il luogo della scoperta è sul monte Grociana, a 7 km dall’antico porto di Stramare e secondo gli archeologi l’antico castrum coinciderebbe con l’accampamento descritto da Tito Livio e costruito nel 181 a.C. durante le guerre contro Istri e Carni, queste guerre avrebbero visto la fondazione di Aquileia e si sarebbero concluse nel 177 a.C. con la conquista definitiva dell’Istria.

L’attuale area su cui sorge attualmente l’accampamento è completamente ricoperta da un bosco e le strutture, da terra, sono quasi invisibili. Tuttavia, le immagini ottenute dall’alto con i dati LiDAR, permettono distinguere due strutture fortificate di forma rettangolare: la più grande misura 165 m x 134 m ed è orientata perfettamente N-S, la più piccola misura 100 m x 43 m e si trova all’interno della prima ma con un’orientazione un po’ diversa. Sono anche stati trovati frammenti di anfore repubblicane al loro interno.

Federico Bernardini, archeologo del Centro di fisica sperimentale Abdus Salam di Trieste (ICTP), che è pure uno degli autori dell’articolo pubblicato sul Journal of Archaeological Science, ha detto: “la scoperta è avvenuta quasi per caso, inaspettatamente. Quando abbiamo iniziato ad analizzare i dati ottenuti con il LiDAR in realtà ci aspettavamo di trovare i resti del castelliere dell’Età del Bronzo descritto da Marchesetti nel 1903, cioè di un piccolo villaggio fortificato a pianta circolare; invece è apparsa una struttura rettangolare molto grande che, vista la sua forma regolare, non poteva essere di certo protostorica”. E poi aggiunge: “Il nostro studio, oltre ad aver individuato uno degli accampamenti romani più antichi, conferma che il LiDAR è una delle tecniche di indagine archeologica più promettenti per il futuro. Questa tecnologia infatti consente di vedere le strutture sepolto nel sottosuolo anche al di sotto della copertura arborea e con un risoluzione centimetrica”.